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La Storia della Fondazione Tonolli

La Fondazione di Cultura per la Cardiologia e le Scienze Multidisciplinari Livia e Vittorio Tonolli nasce nel 1983 per volere di Livia Tonolli, scienziata e benefattrice di Verbania. Tre i punti chiave attorno ai quali si sviluppò l’idea di creare una Fondazione in grado di dare un contributo fondamentale alla medicina e non solo.

non può esistere nulla, né progresso scientifico, né umanistico, né tecnologico senza che dietro le spalle ci sia cultura

Così diceva la Sig.ra Tonolli, convinta che la cultura scientifica e tecnologica perda di valore senza il supporto della cultura umanistica. Da qui il senso del dovere di trasmettere ai giovani, ma anche alle istituzioni e ai “decision maker“, l’importanza di una cultura a 360 gradi. Ci si soffermò sulla cardiologia in quanto, secondo il suo parere in quegli anni, non era sostenuta sufficientemente dal punto di vista economico, disponendo di fondi modesti. Anche per questo, decise di rivolgere la sua attenzione ai mezzi che potessero aiutare quella parte della popolazione colpita da malattie cardiovascolari che, negli anni ’80, era pari al 40%. Il suo obiettivo era quello di mettere la cultura, la ricerca e l’insegnamento a vantaggio di tutti, medici e pazienti.

Livia-TonolliMa si rese conto che la cardiologia non può prescindere dall’ausilio di altre discipline. La Sig.ra Tonolli era infatti orientata al futuro quando disse: “non sappiamo cosa sarà la cardiologia tra 30/40 anni e quali passi avrà fatto la scienza grazie alla ricerca, fondamentale per il progresso tecnologico“. La ricerca, sia in ambito universitario che ospedaliero, era uno dei campi in cui desiderava che la Fondazione si muovesse. La necessità di un contatto più stretto fra queste due istituzioni culturali era uno dei cardini dello sviluppo scientifico che tanto sognava. Livia Tonolli, oltre alla ricerca, aveva in mente un quadro ben chiaro all’interno del quale poter sviluppare la Mission della Fondazione:

- organizzare corsi di aggiornamento rivolti in particolare a giovani medici;
- assegnare borse di studio al fine di promuovere lo sviluppo culturale;
- adottare un nuovo metodo di pedagogia medica che si rivolgesse non più a migliaia di persone, ma a decine di persone supportate da un gruppo di docenti ben qualificati;
- sviluppare collaborazioni scientifiche sia in Italia che all’estero.

A distanza di trent’anni la Fondazione continua a portare avanti questi progetti, rimanendo fedele agli ideali della sua fondatrice.

 

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